18 dicembre 2009

My Favorite Bates Motel

Appunti per il programma di sala dell'MF-concerto per Electronika Winter Edition 2009.
Elaborazione audio/musicale del film "Psycho" di Alfred Hitchcock.
Teatro Arsenale, Milano, 16 dicembre 2009.

My Favorite Bates Motel.
Composizione-improvvisazione per psycho sounds, sassofoni e live electronics.
Schema di lavoro.
Entrare nel film, dentro lo schermo e registrare in diretta i suoni, i rumori, le parole, le cose dette e quelle non dette, stando bene attenti a due cose: primo, non farsi vedere dalla signora Bates (che se ne sta sempre lì, immobile alla finestra e non si può mai sapere cosa le passa per la testa), secondo, resistere alla tentazione di sottrarre i 40.000 dollari a Marion, che a sua volta li aveva presi al sig. Lowery e non l’avesse mai fatto, povera Marion.
Poi, finite le registrazioni sul campo, salutare Alfred e gli altri amici, tornare dallo schermo, mettere tutto in una scatola, imballare bene facendo attenzione a non far uscire alcun suono, spedirla a casa 50 anni più in là, ritirare il pacco, aprire e infilare con cautela tutto dentro al mac, lavorarci sopra e una volta finito portare tutto in un Teatro vicino a Porta Genova a Milano, imbracciare gli strumenti, premere play e stare a sentire che succede.

"Con l'insistenza di un uomo condizionato dalla morsa del tempo, Hitchcock costruì un film gotico in cui ogni singolo momento era così ben sincronizzato e legato in modo organico che il flusso degli eventi sembrava sempre casuale e inevitabile, mai forzato o artificiale." (Donald Spoto, Il lato oscuro del genio, Lindau ed.)

Fine titoli di testa. Vista panoramica di una città, lentamente la esploriamo con un movimento di macchina orizzontale. Poi cambia direzione, carrello avanti piano, ci concentriamo su un edificio, c'è una finestra con le veneziane abbassate, continuiamo ad avanzare, entriamo in una stanza semi-buia, una camera d'albergo. Due persone stanno parlando, due amanti ... è l'inizio di Psycho.
Dal più lontano al più vicino, dal generale al particolare.
Psycho è un film a suo modo controcorrente, autoproduzione a basso costo, girato in bianco e nero, al cinquanta per cento muto (alcune bobine sono senza alcun dialogo) in cui la protagonista principale viene uccisa a un terzo del film e le cui soluzioni tecniche, le riprese, il montaggio, la cura dei dettagli diventano poesia. Come nella la scena dell'omicidio sotto la doccia - un contrappunto perfetto in cui ogni movimento, ogni singola voce ha una sua chiara, precisa collocazione - e in quella immediatamente successiva in cui Norman, silenziosamente, con precisione maniacale, pulisce la stanza per cancellare ogni traccia del delitto.
E' sorprendente come Hitchcock in questo film riesca a creare un alto grado di coinvolgimento del pubblico e a generare un conflitto di sentimenti nello spettatore, che non è più in grado di attribuire un carattere preciso ai personaggi, diviso fra avversione e simpatia, empatia e condanna, attrazione-repulsione.
Dice il dottore: "Quando la mente ospita due personalità, c'è sempre una lotta, un conflitto".
Mi riesce allora impossibile evitare un'auto-citazione, dalle note di copertina del cd Bordogna: 15 (Quasi) Solo Improvisations, quando alla domanda: “Come definisce la sua musica?” rispondevo: “Improvvisata-Strutturata, Semplice-Complessa, Acustica-Elettrica, Regolare-Irregolare, Mossa-Monotona, Dolce-Spigolosa, Caotica-Ordinata, Rumoristica-Melodica, Trasparente-Impenetrabile, Paziente-Impulsiva, Lieve-Pensierosa, Fluttuante, Curiosa, Viva" [...]
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